Terrasini halfmarathon 2006 - Voglia di correre più forte

 

Ma sì parto piano e poi si vede, 4’15’’, forse 4’10’’ al mille. Così andavo pensando mentre raggiungevo Terrasini, faceva nulla se non mi ero allenato che a spizzichi bocconi negli ultimi 10 giorni. Una mattina fresca a Terrasini, il cielo velato, neppure un alito di vento, individuo subito il gruppo “Palermo h 13.30”. Luisa, il Principe, il Toro, reduci dei deserti dove fa caldo davvero, Zappulla, e molti molti altri. Un fascio di pettorali. Ritiro il mio e vado a cambiarmi. Riscaldamento, gamba buonissima, bella vigorosa.

Sarà stato l’eccesso di chiacchiere dello speaker, la grandissima partecipazione di podisti di tutta la Sicilia, il vedere il re dei tagliatori di percorsi sul palco, l’atmosfera di sano agonismo, ma allo sparo le tattiche si vanno a fare benedire parto a spron battuto. Riaggancio Luisa, poi il principe, zappulla, mimmo, pierino, brown. Sembra tutto filare liscio, falcata buona, respiro regolare. Passo all’ottavo in 33’, ma fa caldo, veramente caldo.

Vedo gli altri del gruppetto sfilarmi davanti, ho rallentato! Caldo, le gambe non girano. Caldo, ho sete. Caldo, cerco l’ombra delle palazzine dei muri. L’aria è ferma e non c’è più neppure una nuvola. Remi in barca ed andare avanti. Finisce il secondo giro che vengo sorpassato da un mare di persone. Vedo uno che barcolla, lo bloccano e lo fanno stendere a terra con le gambe in alto. Quando ripasso da lì, per via dello sviluppo del circuito, è già arrivata l’ambulanza. Uno della organizzazione fuma tranquillamente davanti alla porta aperta della ambulanza. Il cronometro dice che sono 30’-35’ più lento al mille, rispetto a quanto mi sarei aspettato. Alcuni compagni di squadra mi incitano invitandomi a sfruttare la loro scia. Macché:-Muriu ‘u cani!

Li guardo dal lato bianco della canottiera. Le falesie rosse a strati a picco sul mare verde e blu cristallino, calmo. Le case sono aggredite dalla salsedine. I bicchieri di plastica tappezzano la strada in un rifornimento. Nell’altro sono le spugne multicolori a decorare la strada. Qualcuno mette troppa energia nel lancio e la spugna finisce a mare, ma non è quel tipo di spugna che viene dal mare e che è bene che ci ritorni…

Ultimo giro, parlo coi vicini, scherzo, al rifornimento mi propongo per offrire io. Qualcuno mi prende sul serio ed allora non beve neppure e scatta per guadagnare qualche posizione.

Arrivo allungando, col il sole martella meglio di prima, le unghie un po’ lunghe spingono sulla scarpa.

 

E il cronometro si blocca a 1h32’50’’. Ora? Ora si pensa alla prossima gara, per divertirsi di più a Piana degli Albanesi e sotto le stelle in piazza Marina… Intanto un bel tuffo a mare me lo sono meritato…

 

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