Vivicittà Palermo 02/04/2006
La prima volta che corsi la vivicittà
avevo 12 anni. Qualcuno a fine gara mi chiese se avessi vinto. No che non avevo vinto: era una gara non competitiva e poi la vivicittà non si corre per vincere. Si corre per
partecipare. avrebbe meritato una risposta così. Ma allora non dissi niente. Anche
questa sera mi hanno posto la stessa domanda, ma sapevo la risposta! Una mattina soleggiata, di primavera inoltrata, poche auto in giro
alle 9.00 per arrivare vicino al Teatro Massimo. Parcheggio strategico
grazie all'individuazione di una persona con chiavi di auto
in mano. E via per la zona della partenza. Incontriamo
Luisa e molti della Palermo
h 13.30. Luisa è impegnatissima a distribuire
magliette e pettorali. saluto e vado la Rossa deve
partire alla non competiviva. Un
sacco di bimbi accompagnati dai genitori atletici, nonne e nonni con le scarpe
da passeggio, ma tutti con le magliettine e
cappellini dell'organizzazione, pronti al via con zainetti colmi di
bottiglie d'acqua e panini, carrozzine con bimbi al segito
e cani. qualcuno con i rollerblade.
Corro con la Rossa, in giro per la città, quando nessuno ancora strombazza
agli incroci. Molti ragazzini e ragazzine corrono in gruppi che occupano
tutta la strada, correndo per 200
metri e camminando per altri duecento. ad una cadono un grappoli di bottigliette d'acqua: rischiamo
seriamente la distorsione, perchè le bottiglie cadono proprio davanti a
noi.
E vabbè, si sentono
i consigli di mamme a figli: cerca di andare allo stesso passo e vedi che
ce la fai. Tu
(parlano alla figlia più grande) invece, vai non ti preoccupare. E il
fratellino:- No, aspettami. La madre:- Lasciala
andare, e tu stai tranquillo.
L'arrivo della non competitiva è una festa, i partecipanti
arrivano alla spicciolata, mentre molti altri sentono la tensione della gara
agonistica. Personalmente è l'occasione di un medio un po' tirato. Un test per
le prossime gare. Sono nel mucchio delle magliette come la mia. Un po' dietro. Allo
sparo si parte davvero piano, ma non voglio sgomitare, scelgo una linea di
corsa e la seguo, evitando i mucchi di persone. Il gruppo si sgrana in via Cavour. Riesco ad allungare, bene tranquillo, regolare.
In vial libertà vedo in senso inverso i top runner, con la corsa leggera, e gli altri come
Gualtiero con i calzettoni bianchi, le magliette della Pah1330 sono molte, sia
davanti che dietro di me. Aumento ancora
facendo il salmone, risalgo la corrente. Raggiungo Pierino e Max, tengo il passo e
sono al primo giro del circuito. Il secondo giro è buono, la salitella di via Mariano Stabile,
mi da buone sensazioni, ma il rettilineo di via libertà al sole non mi
convince. Il terzo giro è faticoso, mi irrigidisco
nella corsa perdo posizioni. Molti spettatori sul percorso, anche
loro corrono per attraversare nelle soluzioni di continuità dei corridori.
Fanno ridere, affrettandosi goffamente a
levarsi dal flusso dei podisti. Nino mi incita a bordo di via libertà, anche Paolo mi saluta.
Decido di tirare i remi in barca per aspettare l'ultimo giro. Macchè non riesco
a cambiare passo se non all'ultimo chilometro, per allungare ancora gli ultimi 400
metri intorno al Teatro Massimo. La Rossa mi incita. Allungo ancora reattivo, anche se all'ultimo, frenando sotto il traguardo per non travolgere quello
che si è fermato di botto. Pochi secondi sopra 49', non è malaccio.
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